Si osserva quando, all’ arrivo in comunità, dopo un allontanamento coatto dalla loro casa, o appena abbandonati dalla madre, si ritrovano “soli”.
Si devono affidare e fidare delle cure degli operatori, persone a loro completamente sconosciute, in un contesto ignoto.
Per dei bimbi che sono stati traditi dai loro stessi genitori, le prime e più importanti figure di riferimento, fidarsi è molto doloroso.
il primo importante intervento che ricevono è l’accudimento primario.
Il bimbino piccolo non è capace di verbalizzare il proprio dolore ma attraverso la soddisfazione dei suoi bisogni, impara a fidarsi, prima degli operatori poi degli adulti in generale.
Di tutti gli adulti che fanno parte della sua nuova vita: gli operatori, il pediatra, la maestra, lo psicologo del consultorio…(la rete)

Solo dopo questa fase il bambino si sentirà libero di parlare del suo dolore. Spesso attraverso il gioco mette in evidenza le sofferenze che ha vissuto.

Una tipologia di dolore che si osserva solo nel minore istituzionalizzato è quello di assistere all’arrivo della coppia affidataria/adottiva dell’amichetto che, in tanti mesi di convivenza e condivisione, è diventato come un fratellino.
Quando si tratta di fratellini veri, destinati a famiglie diverse, la sofferenza è ancora maggiore.

I bimbi, in queste circostanze, soffrono molto, rivivendo sentimenti di abbandono e perdita.
Per prevenire e lenire tale sofferenza, noi operatori
chiediamo al TM, se è possibile, di far coincidere i tempi di frequentazione o che non passi molto tempo;
ampliamo le attività fuori comunità, puntando in particolar modo su quelle molto gradite ai bambini.